Il territorio

Airola è un piccolo comune della provincia di Benevento ed è situato nella porzione occidentale della Valle Caudina, di fronte al Monte Taburno.

I primi insediamenti risalgono all’epoca imperiale romana, periodo in cui, grazie alla fertilità dei terreni, furono edificate importanti ville patrizie.

Solo più tardi, nel periodo dell’Alto Medioevo, il centro della città si estese intorno al Castello, i cui ruderi sono ancora oggi visibili sulla collina di Monteoliveto.

Il documento più antico in cui si ritrova il nome Airola è un atto di donazione dell’anno 820, in cui Trasimondo, un nobile beneventano, devolve a Montecassino i beni della Valle Caudina riservandone però l’usufrutto alla moglie Crissa, fatta eccezione per il fondo di Airoaldo, figlio di Roaldo.

Molto probabilmente, il termine “Airola” deriverebbe quindi dallo stesso Airoaldo – secondo l’usanza medievale di dare al luogo l’appellativo del proprietario – il quale governò dal 623 a 636.

Il suo nome è costituito da due termini derivanti dalla lingua longobarda: “haria”, che significa esercito, e “walda” che significa potente, ed è per questo che a lui si è attribuita l’espressione di “colui che ha un potere militare”.

La cittadina, prima di passare sotto la dominazione normanna, fu parte del Ducato di Benevento. Tra i suoi primi feudatari vi fu Rainulfo I di Alife, cognato di Ruggiero il normanno, che lo conquistò nel 1130.

Il feudo passò poi ai Della Leonessa fino al 1460. In seguito, divenne possedimento del marchese Alfonso D’Avalos e dei Caracciolo e, in ultimo, nel 1732, di Bartolomeo di Capua principe della Riccia.

Quest’ultimo, nel 1754, concesse gratuitamente le acque delle sorgenti del Fizzo per alimentare le cascate del parco della Reggia di Caserta. Così, in riconoscenza del magnanimo gesto, il Re Carlo III di Borbone conferì ad Airola il titolo di “Città”.

Morto Bartolomeo, non avendo eredi, Airola passò nel 1792 al Regio Demanio. Fino al 1816 fece parte del Principato Ultra (Avellino) e fino al 1861 della Terra di Lavoro (Caserta). Con l’Unità d’Italia passò alla provincia di Benevento.

Airola è ricca di edifici di notevole interesse storico e architettonico che testimoniano il suo illustre passato.

Tra i luoghi da visitare: il Castello, il Palazzo Montevergine, la Chiesa della Santissima Annunziata, la cui facciata fu disegnata nel 1754 da Luigi Vanvitelli, e quella di San Gabriele, con annesso monastero.

Il borgo, inoltre, fa parte dello “Spirito Pellegrino”, un percorso di circa 28 km, articolato in 6 tappe, che rappresenta, nel territorio del Taburno, il vecchio tratto della “Via Francigena” che unisce Arpaia a Benevento e che ripropone il viaggio intrapreso dell’Arcivescovo di Canterbury verso Roma, per poi proseguire alla volta di Gerusalemme

Tale percorso si articola, in via alternativa, verso due direttrici denominate “Percorrendo la dormiente” e “Sulle tracce dei Longobardi”.

La cittadina, prima di passare sotto la dominazione normanna, fu parte del Ducato di Benevento. Tra i suoi primi feudatari vi fu Rainulfo I di Alife, cognato di Ruggiero il normanno, che lo conquistò nel 1130.

Il feudo passò poi ai Della Leonessa fino al 1460. In seguito, divenne possedimento del marchese Alfonso D’Avalos e dei Caracciolo e, in ultimo, nel 1732, di Bartolomeo di Capua principe della Riccia.

Quest’ultimo, nel 1754, concesse gratuitamente le acque delle sorgenti del Fizzo per alimentare le cascate del parco della Reggia di Caserta. Così, in riconoscenza del magnanimo gesto, il Re Carlo III di Borbone conferì ad Airola il titolo di “Città”.

Morto Bartolomeo, non avendo eredi, Airola passò nel 1792 al Regio Demanio. Fino al 1816 fece parte del Principato Ultra (Avellino) e fino al 1861 della Terra di Lavoro (Caserta). Con l’Unità d’Italia passò alla provincia di Benevento.

Airola è ricca di edifici di notevole interesse storico e architettonico che testimoniano il suo illustre passato.

Tra i luoghi da visitare: il Castello, il Palazzo Montevergine, la Chiesa della Santissima Annunziata, la cui facciata fu disegnata nel 1754 da Luigi Vanvitelli, e quella di San Gabriele, con annesso monastero.

Il borgo, inoltre, fa parte dello “Spirito Pellegrino”, un percorso di circa 28 km, articolato in 6 tappe, che rappresenta, nel territorio del Taburno, il vecchio tratto della “Via Francigena” che unisce Arpaia a Benevento e che ripropone il viaggio intrapreso dell’Arcivescovo di Canterbury verso Roma, per poi proseguire alla volta di Gerusalemme

Tale percorso si articola, in via alternativa, verso due direttrici denominate “Percorrendo la dormiente” e “Sulle tracce dei Longobardi”.

Via Monteoliveto 29/79, 82011 Airola (BN)

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